lunedì 10 aprile 2017

Il tram del domani



Scritto con @TPLRoma

Dopo il "movimentato" mese di marzo, passato tra i cantieri della Termini-Centocelle, la nuova carta dei servizi per le tre ferrovie ex concesse, i treni storici di Atac, la metro C e i famosi filobus BmB, oggi appare opportuno focalizzarsi sulle prospettive della rete tramviaria e richiamare le promesse fatte in questi mesi di governo dagli esponenti della Giunta Capitolina.


La rete tramviaria romana è composta da 6 linee, combinate in uno schema su tre direttrici principali: la Prenestina, l'asse "storico" (San Giovanni-Colosseo-Circo Massimo-Piramide-Trastevere), l'asse di viale Regina Margherita. I tre corridoi convergono su Porta Maggiore, nodo in cui transitano 4 delle 6 linee. Il parco rotabile è nominalmente composto da 165 mezzi così ripartiti:

  •  50 tram articolati Stanga, risalenti agli anni ’40, contrassegnate dalle matricole  70**.
  • 35 tram Socimi dei primi anni ’90, con pianale parzialmente ribassato. Sono contrassegnate dalle matricole  90**.
  • 28 Cityway I del 1998, con pianale parzialmente ribassato, di Fiat Ferroviaria. Sono contrassegnate dalle matricole  91**.
  • 52 Cityway II fine anni '90, con pianale completamente ribassato, sempre di Fiat Ferroviaria. Sono contrassegnate dalle matricole  92**.

Nei fatti però il parco realmente disponibile si attesta poco oltre il centinaio di unità, essendo buona parte delle Socimi "cannibalizzate" per la storica mancanza di pezzi di ricambio (la Socimi, fallita da tempo, è stata legata alle vicende degli anni di Tangentopoli) e le Cityway dei tram completamente inadatti all'antica rete romana.
De facto i tram maggiormente prestanti sono le più anziane Stanga, eredi dirette delle articolate serie 400 delle tramvie dei Castelli Romani, e tra le prime vetture articolate del mondo.

 
Come già denunciato più volte su questa piattaforma, la rete tramviaria romana soffre di un ventennale stallo. Non si può dismettere ciò che c'è, non si vuole investire sul futuro: il tram è stato ridotto a uno strumento per la propaganda elettorale.
Non si può che constatare che anche l'attuale Giunta non sia stata da meno in questo senso. Stando alle parole dell'ex assessore all'urbanistica Berdini si sarebbero dovute realizzare tramvie ad Ostia, a Tor Bella Monaca, sul Lungotevere.
Ad oggi le quattro linee "sopravvissute" nei proclami dopo la cacciata di Berdini sono su: viale Marconi (contemporaneamente o successivamente alla realizzazione della preferenziale), su via Tiburtina (Verano-Tiburtina FS), su via Cavour per i Fori Imperiali, su viale Palmiro Togliatti. Queste linee dovrebbero essere finanziate, secondo l'assessore Meleo, con un Patto tra il Governo e la Città.

Fino ad oggi, a mesi dall'annuncio, del Patto e degli studi di fattibilità tecnico/economica delle linee tramviarie, necessari per accedere ai finanziamenti, non se ne è vista traccia.

Resta il dubbio (che è la speranza) che le sopracitate tramvie siano ancora quantomeno in una fase di studio di prefattibilità.
Il ripristino della rete tranviaria, la cui capacità va massimizzata con gli strumenti tecnologici del nuovo millennio, si configura tra le priorità che il prossimo sindaco dovrà affrontare. Per la posa di nuove rotaie sarà anche necessario aggiornare buona parte del parco rotabile e individuare un luogo adatto per ospitare il necessario nuovo deposito.

Affinchè Roma torni a dipingersi del verde degli alberi e dei tram.

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