martedì 18 ottobre 2016

Roma - Civita Castellana - Viterbo: un regolare (dis)servizio in crescente declino



Antonio Tempio racconta la sua esperienza di pendolare

“Orario nuovo, vita nuova…”. Non si direbbe per gli utenti/pendolari della ferrovia regionale Roma-Civita Castellana-Viterbo i quali, già esausti a causa delle riduzioni estive dovute principalmente ad alcuni lavori di manutenzione straordinaria sulla tratta extraurbana, si ritrovano, dopo più di un mese dalla pubblicazione del nuovo orario invernale (03/09/2016), sommersi, ancora una volta, in un mare di disservizi. I ritardi e le soppressioni sono ormai all’ordine del giorno. 

Si prenda, ad esempio, in considerazione la tratta urbana, in cui puntualmente si hanno una miriade di corse saltate nascoste all’utenza (e quindi non dichiarate dal gestore Atac) attraverso l’accorpamento/inglobamento dei ritardi nell’orario effettivo programmato: sui display sparsi nelle varie stazioni e/o fermate lungo la linea non viene, pertanto, mostrato con quanti minuti di ritardo viaggiano i singoli treni ma è indicato esclusivamente l’orario dei loro passaggi in tempo reale comprensivo di ritardo e in continua evoluzione. Gli orari pianificati si mescolano, di conseguenza, ai ritardi, generando ipotetici accavallamenti (cancellazioni incluse) e disinformazione totale... Così, in aggiunta, frequente episodio odierno è assistere alla scomparsa di treni già preannunciati dai display (i cosiddetti ‘treni fantasma’) come se nulla fosse, oppure chiedersi perché i treni verso la stessa destinazione viaggino a distanza di 1-2 minuti, se non addirittura sovrapposti: situazione, di fatto, impossibile. Notare come, ancora, in caso di perturbazione (ad esempio, circolazione ferma in caso di guasto treno), il sistema continui comunque a visualizzare in sequenza gli orari programmati sebbene i treni non effettueranno suddette corse... Furbata made in Atac e, se si vuole, posizione neutrale per la stessa in quanto si gioca su un raggiro, sì, nei confronti del pendolare e della Regione: non vengono effettuate le corse dichiarate nel contratto di servizio. 

Se le soppressioni e i ritardi fossero mostrati esplicitamente (come accadeva in precedenza), si verrebbe senza dubbio a creare un diffuso malcontento generale da parte dell’utenza molto più rapidamente, tale da provocare una cattiva reputazione sia all’azienda sia alla ferrovia, dalla stessa gestita. In questo modo, in un clima di rabbia ed esasperazione, ognuno si renderebbe conto di quante beffe si compiono quotidianamente sull’orario e sulla pelle dei pendolari. 

In particolare, non si dimentichi che nel periodo in cui Legambiente affidò alla ferrovia il secondo posto tra “Le 10 peggiori linee d’Italia per i pendolari”, guarda caso si annoveravano ancora soppressioni manifeste (circa 700) e ritardi non mascherati (“alcuni casi di oltre due ore”, come indicato dalla stessa Legambiente). Attualmente, il servizio offerto, sopra descritto, viene sostanzialmente indicato come ‘regolare’ o al massimo con ‘lievi ritardi’… Semplicemente indegno.

Disagi simili non esulano la tratta extraurbana, dove, anche qui, non c’è giorno (domenica esclusa) in cui non si verifichino soppressioni (ritardi sottintesi). A soffrire maggiormente è la parte ‘alta’ della tratta Catalano - Viterbo che, se già di per sé presenta corse ridotte all’osso con buchi pazzeschi di oltre due ore, negli ultimi tempi può essere tranquillamente definita “inservibile”, dati i treni giornalieri non effettuati. Generalmente, se si è fortunati, i treni soppressi sono “autosostituiti” (novità già introdotta nel precedente orario del 14/09/2015) con vetture che potrebbero addirittura viaggiare con 15-20 minuti di anticipo rispetto agli orari indicati su carta… Quindi un’ulteriore attenzione: se non ci si anticipa per tempo alle fermate, si rimane, sostanzialmente, a piedi.
Ma qual è il motivo di queste cospicue soppressioni? Semplice, la risposta, ormai da tutti nota in quanto di routine, è sempre la medesima: la consuetudinaria mancanza di materiale rotabile. Ad esempio, una delle principali ragioni per cui vengono costantemente soppresse dal 3 settembre varie corse extraurbane è il frequente utilizzo dei treni Alstom e Firemetti, impiegati di norma sulla tratta fuori città in quanto dotati di bagni, sedili in stoffa e due porte a vagone per fiancata, sulla tratta urbana. Poiché sull’intera linea una flotta di 21 treni complessivi (9 Firema urbani, 2 Firema extraurbani o Firemetti, 10 Alstom) basta a malapena, è evidente che qualora qualche Firema urbano si dovesse rendere indisponibile per guasto (evento giornaliero fisso), per poter garantire un servizio quantomeno accettabile sulla tratta urbana, i treni previsti per il servizio extraurbano vengano automaticamente sottratti alla tratta Montebello - Catalano - Viterbo in favore di quella cittadina; in tal modo quella parte di tracciato ferroviario extraurbano rimane completamente scoperto, sguarnito, senza alcuna traccia di materiale rotabile. A trarne vantaggio è, quindi, la tratta Montebello - Roma Piazzale Flaminio, la quale viene maggiormente privilegiata poiché può contare su un numero ben più elevato di passeggeri.

Effettivi guasti? Boicottaggi? Al giorno d’oggi, non si comprendono ancora, purtroppo, quali siano gli obiettivi e le intenzioni di Atac e Regione Lazio (ente proprietario) relativamente alla ferrovia. Una cosa è certa: l’utenza della tratta Catalano - Viterbo sta progressivamente diminuendo; vista e considerata la valanga di corse soppresse, si tende gradualmente a reputare il treno un mezzo non più affidabile. Quest’ultima circostanza potrebbe rappresentare una delle principali motivazioni da sfruttare per fornire un’eventuale giustificazione alla platea semmai si dovesse architettare un’ipotetica chiusura di quel tratto ferroviario extraurbano oramai abbandonato e dimenticato. Da tempo immemore si parla di raddoppio binari (tratta extraurbana), riqualificazione, ammodernamento della linea… 
Basta osservare con i propri occhi lo stato di abbandono in cui versano alcune stazioni, i mortali passaggi a livello senza barriere, le sezioni di linea di contatto arrugginite, il sistema del giunto telefonico e la segnaletica ancora realizzata con cartelli meccanici e ad ala semaforica
risalente agli anni della guerra attraverso i quali viene gestita, ancora oggi, la circolazione dei treni da Montebello in sù (la tecnologia, questa sconosciuta…), per sottolineare la minima credibilità delle promesse enunciate e soprattutto il mancato interesse che si ha nei confronti del ‘trenino’, un ‘trenino’ che ormai percorre la tratta Roma Piazzale Flaminio - Viterbo per intero solo ed esclusivamente nei giorni festivi, impiegando complessivamente circa 3 ore. Una più proficua valorizzazione della ferrovia renderebbe l’infrastruttura maggiormente accessibile anche ad una vocazione turistica regionale e non (il treno attraversa ogni angolo di verde della Tuscia, fra boschi e paesaggi), ora come ora inesistente. Ma, ahimè, ognuno conosce, a questo punto, le modalità con cui operano Atac e Regione Lazio in campo ferrovie ex-concesse e, anzitutto, qual è il trattamento che quotidianamente riservano ai pendolari; si noti, infatti, come la linea è in continuo e avanzante sgretolamento a causa dell’ultima, attuale e pessima gestione affidata ad Atac (precedentemente Met.Ro e, ancora prima, Cotral)…
Insomma, ritardi, soppressioni, guasti continui, autocorse sostitutive, treni vecchi, sporchi, affollati, banchine stracolme, furti nei parcheggi di scambio delle stazioni, limitazione della linea in tre sezioni, evasione, ecc…. Cos’è che manca all’appello e ancora non affligge gli sventurati viaggiatori che ogni giorno si servono della ferrovia Roma Nord? Si è raggiunto e toccato un limite estremo, quasi il fondo, difficile immaginare di peggio. E vengono i brividi al solo riflettere sul futuro che verrà riservato alla ferrovia; ognuno scongiurerebbe un servizio totalmente gestito su gomma, ipotesi, oggi, non più escludibile…
Quand’è che si porrà termine a questo martirio? La tolleranza degli utenti volge al termine (ma anche la dignità).

Antonio Tempio, comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord

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