domenica 13 luglio 2014

Soprintendenza e Atac distruggono la mobilità della Capitale

Riportiamo qua un interessantissimo articolo:

Mentre l'ennesimo rapporto sul traffico, stavolta dell'Aci, ci ricorda ancora una volta che le troppe auto e un tpl schifoso ci fanno perdere tempo e salute (a volte addirittura la vita), mentre il sindaco affossa lo sviluppo delle metropolitane in favore di nuove linee di tram una denuncia della Quintavalle (sindacalista Atac) su Il Tempo ci ripiomba nelle pieghe più nere della gestione di questa città. La storia è semplice. Nel 2005 viene inaugurata a Roma una linea filobus, la 90, che promette un collegamento rapido ed ecologico tra Montesacro e Termini lungo il trafficato asse della Nomentana. Tuttavia il progetto nasce già con una menomazione. La soprintendenza infatti boccia i fili della linea aerea a Porta Pia. Da lì a Termini si deve procedere a batteria. La società fornitrice dei costosi mezzi fa presente che le batterie possono sopportare solo brevi tratti di distacco dalla linea aerea. Ma si va avanti lo stesso. Il 90 ha subito molti problemi, le batterie si guastano, la manutenzione scarseggia, i mezzi vengono messi a marcire in deposito e sostituiti da normali (inquinanti) bus. Oggi la Quitavalle denuncia che dopo neanche 10 anni di (dis)servizio i filobus circolanti sono solo 4 su 30. Non solo. I mezzi fermi vengono "cannibalizzati" per manutenere gli altri. Le batterie si sono rotte. Una tristissima storia di miopia gestionale. Crede forse la soprintendenza che il gasolio dei bus che oggi circolano sulla 90 faccia meno danni di qualche filo di alimentazione? Per non parlare del disastro di Atac nel gestire il parco mezzi. Sarebbe bello sapere che almeno si faccia tesoro di questi errori madornali. Invece no. Dall'altra parte della città è ormai da anni in costruzione un altro corridoio filoviario, quello sulla Laurentina. Stessa solfa. L'ultimo tratto (quasi 1km) verso la stazione metro non ha la linea aerea, per via dell'opposizione di comitati e residenti al taglio di alcune alberature. Quindi sono stati acquistati dei costosi filobus bimodali (cioé a linea elettrica di contatto e motore diesel). La cosa buona è che in questo caso non ci sarà alcuna manutenzione da effettuare visto che sull'appalto dei filobus pesa la vicenda delle tangenti a Mancini, tuttora sotto giudizio. 
A Roma è inutile progettare nuove infrastrutture se non si pone fine alla mala politica e alla gestione delirante di Atac.

mercoledì 9 luglio 2014

Metro C, luci e ombre alla vigilia dell'apertura


L'11 ottobre aprirà la tratta Pantano-Centocelle della linea metro C. Ad annunciarlo, l'assessore ai Trasporti, Guido Improta: "Se tutto si svolgerà in maniera ordinaria, apriremo di sabato perché c'è meno flusso. Saranno attivati sulla linea 5 treni, con una frequenza di un treno ogni 12 minuti". Non è lo standard ottimale, - ha precisato Improta - ma a me interessa spazzare via le strumentalizzazioni e dimostrare che la struttura c'è e che la situazione può solo  migliorare". 

APERTA FINO ALLE 18.30. La fascia oraria di apertura è fissata dalle 5.30 alle 18.30, per un totale di 13 ore di esercizio nelle ore restanti proseguiranno i lavori sul resto della linea. In ritardo infatti la consegna della fermata Lodi, inizialmente fissata ad agosto 2014. Una volta in funzione la tratta Pantano-Centocelle, "Prevediamo - spiega Improta - di organizzare un servizio di tpl per collegare Centocelle a Termini come hub di smistamento principale.

A un anno di distanza (si ricorda che la questione era già affrontata in questa sede) ritorna il delicato tema: Cosa faranno i pendolari della prima tratta della metro, una volta arrivati al capolinea Parco di Centocelle?
L’ultima volta la trattazione era stata superficiale e le soluzioni suggerite di natura abbastanza fantasiosa: non avevo preso ancora coscienza dell’impossibilità di progettare soluzioni a medio – lungo termine in questa nostra città. Cercherò quindi di analizzare il problema a fondo per tentare di fornire spiegazioni più adeguate e vicine alla realtà.

Ogni treno della metropolitana può contenere 1200 persone. Con 5 treni/ora (frequenza prevista dall’atto attuativo) si ottiene quindi una capacità di trasporto di 6000 pphd (passeggeri per ora in una direzione).
 Si ammetta che in ora di punta, quando i convogli saranno colmi, 100 persone su 1200 non scendano a Centocelle ma si distribuiscano nelle fermate intermedie. Al capolinea di Centocelle giungeranno comunque 5500 persone ogni ora.
Allo stato attuale di cose per proseguire il viaggio in centro è possibile utilizzare il Roma-Giardinetti e il 105.
In particolare i 20 treni in servizio sulla Casilina possono contenere tra le 220 e le 330 persone. Considerando una media di 270 e una frequenza massima di un treno ogni 5 minuti si ottiene una capacità pari a 3240 pphd.
Il bus articolati in servizio sul 105 possono invece contenere solo 150 persone. Combinando questo dato con la frequenza massima di un bus ogni 7 minuti si calcola una capacità di trasporto pari a 1350 pphd.
Sottraendo quindi ai 5500 pphd iniziali provenienti dalla metro C i 4590 pphd drenati da Roma-Giardinetti e 105, rimangono comunque 910 persone appiedate ogni ora di punta. 


Per sopperire a tale mancanza sarebbe quindi necessario attivare almeno un’altra linea bus servita da mezzi da 18 metri che passi ogni 6 minuti. In pratica raddoppiare il 105 che già attraversa, ingombrando, un’arteria stradale normalmente congestionata.
Abbassare ulteriormente l’attesa di 5 minuti dei treni della Casilina non è possibile a causa della necessità di alternare i passaggi nel tratto a binari compenetrati (Ponte Casilino – Porta Maggiore).
In questi conti poi non si considerano poi tutti quei pendolari, abitanti di Centocelle e Tor Pignattara, che già da tempo usufruiscono dei mezzi. Non è ovviamente pensabile privarli della possibilità di accedere ai trasporti pubblici per far posto ai pendolari della nuova metro.

Che fare dunque? Nonostante gli annunci dell’apertura si siano susseguiti di anno in anno ancora una volta l’impossibilità di programmare soluzioni a lungo periodo, di andare oltre la visione del singolo mandato, lascia la città del tutto impreparata all’arrivo della nuovissima infrastruttura.

Sembra quindi che l’unica via praticabile per ora sia quella di disincentivare l’uso della metropolitana. Di qui forse anche la frequenza ridicola e la necessità di limitare l’orario di chiusura alle 18:30.

Che fare poi della morente ferrovia Roma - Giardinetti é un mistero inestricabile...